18 April 2024 16:32:12
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c/o careof

Organizzazione non profit per l'arte contemporanea

c/o careof

Quiet collision - Pratica corrente stile australiano

Quiet Collision riunisce a Milano sei artisti e critici australiani che operano nell'ottica della collaborazione artistica e dello scambio culturale.
Dopo un anno di lavoro il progetto è approdato ad una mostra presso gli Spazi di Viafarini e Careof a Milano. Parallelamente all'esposizione di opere nelle gallerie, grazie alla collaborazione e all’impegno di Roberto Pinto, Cristina Morozzi e degli artisti stessi, vengono presentate opere d’arte nella città. Lo scopo è quello cogliere e sviluppare le sinergie tra gli artisti.

Tutti gli artisti australiani che partecipano a Quiet Collision condividono esperienze di vita e di lavoro a Milano. Molti di loro sono stati ospiti del Viafarini Residence finanziato dall’Australia Council for the Arts, e tutti sono impegnati a promuovere un dialogo interculturale ed interdisciplinare.
Quiet Collision riconosce le singolari condizioni culturali e ideologiche in cui si trovano gli artisti australiani e italiani, e la sua idea curatoriale intende enfatizzare queste condizioni, nonché esplorare ed identificarne le differenze e le similarità.

Quiet Collision si pone l’obiettivo di introdurre i più ampi interessi artistici, formali e concettuali dei sei artisti partecipanti attraverso la presentazione e la discussione della loro opera sullo sfondo dei concetti di ordine categorico, di struttura disciplinare e di ibridità.

Ognuno degli artisti australiani partecipanti a questo progetto ha orientato la propria pratica verso e sul percorso della ‘collisione silenziosa’. Per gli artisti Charles Anderson e Simone LeAmon l’”impatto” ha generato preoccupazioni parallele riguardo la pratica e l’aspetto dei metodi del design, mentre Damiano Bertoli e Michael Zavros concentrano l'attenzione sulla struttura stessa, attraverso l’analisi, il rifacimento e la riproduzione di oggetti da interno, eventi ed immagini. Marco Fusinato forma la plastica per analizzare i limiti esecutivi di determinati momenti e suoni, mentre Elizabeth Pulie manipola l’etimologia dei modelli in relazione al patrimonio culturale e alla storia dell’arte e del design: entrambi giocano con le costruzioni teoriche esistenti. Insieme, questi singoli artisti realizzano opere che coinvolgono il più ampio dialogo sull’arte contemporanea australiana. La loro ‘collisione’ prefigura un’estensione delle retoriche esistenti e l’articolazione di un nuovo linguaggio artistico di rilevanza per un pubblico internazionale. Per tutti i partecipanti, il fondamento curatoriale ha rappresentato un punto di riferimento che va oltre l’ovvio (in quanto tutti hanno condiviso l’esperienza milanese) e ha creato un forum significativo in vista di un futuro di collaborazione.